Mi sono sempre chiesto quali fossero le caratteristiche estrinseche per riconoscerla e quali le intrinseche per percorrerla e farla propria.
Forse riflettere su queste cose è come prendere un impegno con se stessi. Un modo per cercare di non affezionarsi a chi siamo oggi e cercare un porto dove mettersi comodi e coltivare il proprio passato.
Sarà che sempre creduto che la Via Maestra possa non essere “una e, la sola”, poichè essa può essere espressione ed esperienza personale di un individuo piuttosto che di un altro! Inoltre potrebbe e dico, potrebbe, essere la Via, risultante dall’esperienza plurima di tanti individui accomunati dai medesimi ideali e non ultimo dai medesimi obiettivi.
Nell’opera “Siddharta” di Herman Hesse, il protagonista, Siddharta, dedica la sua intera vita alla ricerca ed alla conoscenza del Buddha per poter arrivare alla Verità o alla Via Suprema che porta alla realizzazione del Sé!
Quando dopo lunghe e varie peripezie ed esperienze si ritrova al cospetto del Buddha, esempio vivente della Via che conduce alla “Luce”, alla “Verità”, quindi al “Nirvana”, egli Siddharta dice al Buddha:
“… Maestro, quella che tu mi indichi come Via che porta all’illuminazione, È la tua Via, io dal canto mio sto cercando la mia Via, pertanto non posso seguire né le tue orme né i tuoi pensieri poiché così facendo non troverei mai la Mia Via!”
Il protagonista, è arrivato ad una propria forma di illuminazione attraverso quella che per lui è la sua Via Maestra che certo trae ispirazione anche dall’esempio del Buddha, ma va oltre ad essa poichè è la SUA!
Egli aggiunge: “Ho avuto pensieri e princìpi. Tante volte ho sentito in me il sapere, per un’ora o per un giorno così come si sente la vita nel proprio cuore. […] Ma questo è un pensiero che ho trovato io: la saggezza non è comunicabile. La saggezza che un dotto tenta di comunicare ad altri, ha sempre un suono di pazzia. […] La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, viverla, si possono fare miracoli con essa, ma spiegarla e insegnarla non si può.”
Pertanto, le tecniche sì, sì possono insegnare ed apprendere.
Conoscere i metodi ed i sistemi di Geometria, Biomeccanica e Fisica alla base dell’Arte Marziale anche, ma la Via Maestra per raggiungere la consapevolezza e la realizzazione del Sé marziale, la si persegue con la piena espressione dell’intelligenza naturale del corpo, con l’agire spontaneo dello spirito armonizzati nei processi mentali intrinsechi nelle metodologie e schemi tecnici marziali.
Ringrazio per questo ogni giorno, chi m’insegna, per l’ottimo lavoro che sta svolgendo per una più approfondita conoscenza del vero Sistema che si cela nelle fondamenta di un’Arte più unica che rara, il Pukulan Pentjak Silat Bukti Negara – The Unified Art.
E Ringrazio quella Maestria, non appena pensi di averla raggiunta, eccola che si sposta, non dando mai scampo alla mia Anima di spegnersi.
Mantenendo sempre viva negli occhi quella fiamma di entusiasmo per l’Arte. E della sua ombra, La Vita.
E poi forse l’incanto della vita non è proprio il suo scorrere?
Nessun commento